A spasso per l’Appia Antica

 

Arrivo sulla Via Appia Antica in una tarda mattinata di fine giugno. Appena sceso dall’autobus svolto subito in direzione del Mausoleo di Cecilia Metella.

Dopo aver percorso qualche centinaio di metri arrivo a destinazione; prima di entrare però mi soffermo davanti all’antistante Chiesa di San Nicola.

Purtroppo ne è rimasta in piedi solo la struttura esterna.

A questo punto mi avvio senza ulteriori indugi verso il Mausoleo: trattasi di un edificio a base quadrangolare su cui torreggia una struttura di forma cilindrica.

Sulla sommità della costruzione sono ben visibili le merlature medievali, segno evidente dei rimaneggiamenti subiti dall’opera nel corso dei secoli.

All’interno, nelle ampie stanze, sono presenti numerosi e pregevoli reperti: statue, capitelli, sarcofagi e urne funerarie.

Uscendo do un’ultima occhiata ai fregi presenti sul muro esterno e sono assalito da un piccolo dubbio riguardo la direzione da prendere: Villa dei Quintili, o le Catacombe? Decido per la seconda opzione e, percorsa una breve distanza, mi trovo di fronte all’entrata del complesso Villa di Massenzio – Circo di Massenzio – Mausoleo di Romolo.

Attraverso il Circo da un estremo all’altro, muovendomi parallelamente alla “spina”.

Nel frattempo il sole comincia a farsi sentire….. Raggiungo l’arco situato all’estremo del Circo, poi torno indietro e comincio a muovermi in maniera irregolare, zig – zagando tra i resti di mura archi e fondamenta che mi attorniano.

Dopodiché mi dirigo verso il Mausoleo di Romolo, che non è il mitico fondatore di Roma, ma Valerio Romolo, figlio di Massenzio, morto prima del padre.

Oltrepassata una cinta muraria mi trovo all’interno di un’area rettangolare dentro la quale è situato il Mausoleo.

Di forma circolare, l’edificio è letteralmente attaccato ad una costruzione (molto) successiva.

Varcata la soglia d’ingresso mi trovo a percorrere la struttura circolare e ad esplorarne le stanze.

Dopo aver riguadagnato l’uscita riprendo l’Appia Antica e punto di nuovo verso l’area delle Catacombe.

Percorso qualche centinaio di metri realizzo che il tempo inesorabilmente passa e decido di girare i tacchi e di puntare in direzione opposta, per raggiungere Villa dei Quintili distante, tra l’altro, diversi chilometri.

Mentre percorro la “Regina Viarum” e calpesto le sue pietre, come avranno fatto, nel corso dei millenni, mercanti e viaggiatori, consoli ed imperatori, pellegrini e cavalieri, ed osservo i cimeli e i sepolcri presenti ai bordi della strada, le ore passano, come i chilometri, e mi rendo conto di essermi scottato per bene a furia di camminare sotto il sole….. En passant visito l’area archeologica di Capo di Bove.

Dopo aver visto i resti del complesso termale, che comprendono strutture, marmi e mosaici, ed aver attraversato il bel giardino che circonda il tutto, mi ritrovo all’uscita e riprendo l’Appia Antica.

Dopo diversi chilometri prendo la deviazione per Villa dei Quintili.

Cammino per diverse centinaia di metri e mi ritrovo….. in aperta campagna! E’ evidente che devo tornare sui miei passi….. Questa volta scelgo la diramazione giusta e arrivo a destinazione.

Non appena all’interno dell’area mi rendo conto delle notevoli dimensioni della Villa – e della relativa magnificenza – che doveva avere in passato, d’altra parte è stata la residenza di 2 consoli prima e dell’imperatore Commodo (e di altri personaggi illustri che non menziono) poi.

Entro nel Ninfeo.

Mi muovo tra archi e colonne….. Nella parte centrale noto una rientranza semicircolare che con tutta probabilità ha ospitato a suo tempo una vasca o una fontana .

Lasciato il Ninfeo mi dirigo verso i resti delle Terme.

Dalle mura ancora in piedi, e dalla complessità del dedalo di corridoi attraverso cui mi muovo, capisco bene l’imponenza della struttura originaria.

Osservo i resti di archi, colonne e pavimenti.

Osservo la vallata sottostante e mi rendo conto del panorama che la posizione collinare della Villa assicurava agli antichi proprietari e constato anche….. che l’ora della chiusura si sta avvicinando! Scendo dalla collinetta seguendo un sentiero che mi porta fino all’Antiquarium.

Una volta dentro la mia attenzione è subito attratta dall’imponente statua di Zeus che troneggia nel mezzo del locale.

Le pareti della sala sono coperte da vetrinette contenenti sculture, elementi architettonici, monete antiche e altri pregevoli reperti.

Dopo aver ammirato e rimirato il tutto guadagno l’uscita e mi ritrovo in Via Appia Nuova.

Per oggi la mia piccola avventura nella Roma antica può dirsi terminata.

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